PASTA
= GRANO
Esiste
forse cibo più naturale e semplice
della pasta? Semola di grano duro e acqua.
Nessun conservante perché è
l'essicazione del prodotto estruso che permette
un'indefinita conservabilità, nessun
colorante: guardando in controluce un fascio
di spaghetti ritroviamo la luminosità
del sole assorbita dal chicco di grano e
restituita dalla semola; nessun additivo
chimico e neppure il sale. Ma per capire
come nulla, o ben poco si disperda durante
i vari passaggi del processo produttivo,
sarà opportuna una breve analisi.
Sezionando longitudinalmente un chicco di
grano questo appare formato da tre zone
distinte.
La parte periferica rappresenta circa il
12-18%, la zona centrale , da cui si ricava
in fase di macinazione la semola, costituisce
l'80-85% ed infine, nella parte apicale,
il prezioso germe che è l'organo
riproduttivo del grano, ed è quindi
la vita stessa del chicco.
Ritroviamo la composizione sommaria del
chicco pressoché intatta nella semola,
come appare nella tabella:
|
|
GRANO |
|
SEMOLA |
ACQUA |
|
13% |
|
12% |
PROTEINE |
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11.4% |
|
11% |
GRASSI |
|
1.8% |
|
1.9% |
CARBOIDRATI |
|
72% |
|
72% |
Le
sostanze proteiche si trovano per la maggior
parte concentrate nel germe pertanto la
loro presenza nelle semole e negli sfarinati
è in funzione dei vari tipi di macinazione
ai quali il grano è stato sottoposto.
Maggiormente presenti nella semola di grano
duro, la cui macinazione avviene in cilindri
rotanti che colpiscono il chicco, permettendo
così la separazione del germe che
normalmente è prelevato, lavorato
a parte e riunito alla semola. Mentre la
macinazione del grano tenero avviene "dorso
contro dorso" cioè il chicco
si frantuma per sfregamento ed il germe,
irrecuperabile, finisce per essere eliminato
con la crusca. La composizione del chicco
non è ovviamente uniforme dalla periferia
al nucleo, ma varia man mano che si procede
verso il centro, con una diminuzione graduale
del contenuto di lipidi, sali minerali,
vitamine, enzimi e cellulosa, e conseguente
aumento di glucidi.
Siccome le semole sono ricavate dalla parte
centrale del chicco si potrebbe pensare
che la pasta integrale, cioè quella
prodotta anche con la crusca, possegga un
più alto potere nutritivo.
E ciò è vero, ma la crusca
è sempre stata eliminata dagli sfarinati
(la Bibbia, nel Genesi, ci informa che gli
ebrei la separavano dalla farina) perché
una farina integrale (e perciò una
pasta integrale) è più ricca
di proteine, ma è anche vero che
è di gran lunga più elevato
il contenuto di fibra grezza che, non assorbita,
viene eliminata dall'organismo con conseguente
scarso utilizzo di queste.
Chiusa questa piccola digressione, procediamo
dimostrando che i valori e i principi nutritivi
del grano rimangono invariati attraverso
le varie fasi della lavorazione. Tali restano,
come abbiamo visto, nella semola e tali
li ritroviamo, a ciclo produttivo ultimato,
nella pasta, come si rileva dal confronto
della seguente tabella con la precedente:
Composizione
sommaria della pasta di grano duro
|
ACQUA
|
|
12.5% |
PROTEINE
|
|
11.5%
|
GRASSI
|
|
1.2%
|
CARBOIDRATI
|
|
74%
|
|
Questo
risultato è molto importante, perché
da esso si trae la conclusione, per alcuni
ovvia, per altri forse meno, che pasta=grano
con le dovute proporzioni. Il che non è
poco, se pensiamo all'attuale contesto alimentare,
regno indisturbato di coloranti, conservanti
e svariati additivi chimici.
QUANTO
VALE UN PIATTO DI PASTASCIUTTA?
Per
poter approfondire il significato nutrizionale
della pasta sono necessarie due brevi premesse.
Il corpo umano è costituito all'incirca
da:
65%
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ACQUA |
19%
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|
PROTEINE |
10%
|
|
GRASSI |
5%
|
|
SALI
MINERALI |
1%
|
|
CARBOIDRATI |
Nutrirsi
significa rifornire l'organismo degli stessi
elementi di cui è costituito e che
vengono continuamente consumati. Le proteine,
i grassi e i carboidrati danno energia al
corpo umano, un'energia che è misurabile
in calorie. Ogni cibo dunque, in base al
proprio contenuto di elementi suddetti,
fornisce un certo quantitativo di calorie
che può essere più o meno
equilibrato, in base alla percentuale delle
sostanze stesse presenti: due cibi ugualmente
calorici possono pertanto essere assimilati
in modo assai differente dall'organismo.
L'altra precisazione riguarda le proteine.
Sono i costituenti fondamentali delle cellule,
in esse vi sono una ventina di aminoacidi
diversi, molti dei quali possono essere
costruiti dall'organismo, altri invece devono
essere introdotti con il cibo perché
l'organismo non è in grado di costruirli
da solo; sono nove e vengono detti aminoacidi
essenziali.
Dopo
tali premesse addentriamoci nel discorso
propriamente dietetico.
Le 350 calorie fornite da 100 grammi di
spaghetti, o altra pasta, sconditi non devono
essere accusate di creare problemi dietetici.
Che la pasta faccia ingrassare è
un luogo comune che va sfatato. Chi di noi,
sgranocchiando davanti al televisore una
tavoletta di cioccolato da 100 grammi pensa
alle 400 calorie che essa fornisce? O che
una lattina di Coca-Cola e due bicchieri
di vino bianco apportano praticamente le
stesse calorie di un piatto di pastasciutta,
ma in modo assai più squilibrato?
La tabella che segue è eloquente,
ivi sono comparati gli apporti energetici
di alcuni fra gli alimenti più semplici
e d'uso più comune.
Analizzando i dati relativi alla pasta è
da sottolineare poi che l'amido (che costituisce
la percentuale più alta dei carboidrati)
è una fonte energetica ottimale,
ed è di elevatissima digeribilità.
Anche l'apporto calorico delle proteine
risulta molto buono. Ricordiamo che delle
circa 2800 calorie giornaliere che occorrono
mediamente all'uomo adulto, il 60% dovrebbe
provenire da carboidrati, il 20% da lipidi
e il 10% da proteine. Quindi anche da questo
punto di vista la pasta è un alimento
sufficientemente bilanciato in termini calorici
e che come vedremo, risulterà perfettamente
equilibrato una volta condito.
L'abitudine di condire la pasta con formaggio,
sia esso parmigiano, pecorino o caciocavallo,
si perde con le origini stesse della pasta.
Anche quando, non essendo ancora conosciuto
e diffuso il pomodoro, essa veniva condita
con miele, cannella e spezie dolci, il formaggio
non mancava mai. L'istinto umano da sempre
sa riconoscere le proprie esigenze ed alimentarsi
conseguentemente. Infatti le proteine della
pasta sono da considerarsi squilibrate per
ciò che riguarda la composizione
aminoacidica, mancando quasi totalmente
di un aminoacido essenziale, la lisina.
Basta però una cucchiaiata di formaggio
per elevare sufficientemente il livello
di lisina originariamente carente e rendere
il piatto di pasta un cibo completo. Condimenti
più ricchi possono addirittura trasformarla
in un piatto unico, restituendole quell'importanza
e quei valori nutrizionali che purtroppo
si sono persi quando l'aumento dei redditi
e la conseguente diversificazione dei consumi
hanno arricchito le nostre tavole, declassando
la pasta e relegandola al ruolo di povero
primo piatto per chi... non ha problemi
di linea.
A conferma di tutto ciò riportiamo
il giudizio di uno dei maggiori fisiologi
d'America, il Dott. D.R. Hodgdon, rettore
dell'Università di New York, presidente
del Collegio medico di Hannemann e dell'Ospedale
di Chicago, in un rapporto diretto all'Istituto
Nazionale Americano dei prodotti alimentari
egli scrive: "Il consumo di pasta va
aumentando rapidamente da alcuni anni, in
questo paese (in America, ndr). E con ragione:
essa ha preziose proprietà nutritive.
Dal punto di vista della digeribilità
sta in cima alla scala dei diversi cibi...
Si riscontra che la pasta è sommariamente
indicata per chi soffre di disturbi di digestione.
Da un lato essa nutre vigorosamente e dall'altro
sottopone l'apparato digerente a un minimo
sforzo. Degno di nota il fatto che questo
magnifico cibo, diversamente da molti altri,
contiene una ben piccola traccia, o non
ne contiene affatto, di sostanze pregiudizievoli
al sistema dei vasi sanguigni ed al fegato.
Invero essa non produce acido urico. Costituisce
quindi un alimento utile e favorevole per
chi soffre di lombaggini, reumatismi, arteriosclerosi,
gotta diabete
Per i piccoli la pasta
costituisce un cibo eccezionale sia per
la vivace azione nutritiva che per la rapida
e agevole digestione.
Invero la pasta fornisce all'organismo una
rimarchevole somma di vigore ed energia.
Parlando di pasta mi riferisco ad un tipo
che è veramente eccellente, ricavato
come è dal grano duro ricco di contenuto
proteico
La pasta per quanto non sia
in modo speciale ricca di ferro ne contiene
quanto il latte, per cento calorie di potere
nutritivo. Il suo contenuto in ferro è
paragonabile o superiore a quello del riso,
delle noci, del miele, del succo d'uva,
della farina di frumento, della noce di
cocco ecc. E poi la pasta contiene fosforo,
un elemento di importanza essenziale per
l'organismo umano. Un'oncia di pasta dà
un contributo in fosforo più che
doppio di quello fornito dalle patate, una
volta e mezzo in calcio, la stessa quantità
o poco più in magnesio e non meno
di sei volte in solfuro.
Tutti questi elementi sono essenziali per
il buon funzionamento dell'organismo umano
sicché i maccheroni proprio perché
danno al nostro corpo tale ricco contributo
di sostanze minerali, devono riguardarsi
come uno dei cibi di maggiore valore da
usarsi in dieta mista con altri alimenti.
Un notevole aumento in valore nutritivo
è ancora portato dall'aggiunta di
pomodoro e formaggio; invero tutte le vitamine
che si conoscono risultano presenti in tale
combinazione; la vitamina che promuove lo
sviluppo o antirachitica, quella che regola
la mucosa digerente prevenendo i disturbi
gastro intestinali, la cattiva nutrizione
e l'anemia o vitamina antigastrica, quella
che previene lo scorbuto e le nevriti o
antiscorbutica e antineuritica, tutte sono
presenti".
COME
RICONOSCERE UNA BUONA PASTA
Da
un attento esame del prodotto crudo possiamo
dire di essere in presenza di una buona
pasta se:
- l'aspetto è uniformemente liscio
ed in trasparenza non appaiono rugosità,
"puntature" od ombre scure
- il colore è di un limpido e inconfondibile
giallo ambrato
- non si rileva nessun odore
- all'assaggio, parliamo ovviamente sempre
di pasta cruda, il sapore risulta con una
lieve sfumatura dolciastra
- la rottura infine, dà un suono
secco e la frattura appare liscia e vetrosa.
- E non da oggi queste sono le qualità
essenziali di una buona pasta:
- "
I Maccheroni di Napoli non
si spezzano mai
Ciò che più
li distingue è il loro colore giallo
dorato. Il loro impasto è granulare
presenta una particolare trasparenza. Se
li si spezza l'interno è brillante
"
- (M.Bonaiuti 1806).
Un
discorso a parte meritano i due maggiori
componenti della pasta, l'amido ed il glutine,
in quanto ne costituiscono la struttura
e sono responsabili delle trasformazioni
che avvengono in cottura, determinando quindi
il risultato finale e perciò la qualità
stessa della pasta.
L'amido è un carboidrato presente
per il 60-70% nel chicco di grano, che nella
pasta cruda si trova sotto forma di granuli.
Invece il glutine è una sostanza,
viscosa, simile alla colla (dal latino gluten
= colla), che non si trova tale e quale
nel grano, ma si forma per interazione di
due proteine, la gliadina e la glutenina,
nel momento in cui queste vengono idratate,
cioè quando alla semola viene aggiunta
l'acqua ed inizia l'impasto. Il glutine
si dispone fra i granuli di amido formando
un reticolo più o meno uniforme e
regolare. Durante la cottura il comportamento
delle due sostanze è completamente
diverso. Il granulo di amido assorbe acqua
e si gonfia rapidamente fino a rompersi
e a liberare nell'acqua il suo contenuto,
le due proteine del glutine invece si coagulano
formando un reticolo molto compatto che
avvolge e cerca di trattenere il più
possibile i granuli di amido.
Siccome le due trasformazioni avvengono
quasi contemporaneamente, cioè alla
stessa temperatura, è inevitabile
che si crei una competizione tra l'amido
che tende ad assorbire acqua, gonfiandosi
fino a rompersi, ed il reticolo proteico
che, coagulandosi, tende invece ad impedire
questa totale dispersione dell'amido. E'
evidente che una pasta di qualità
scadente è quella in cui l'amido
ha vinto la competizione e si è quasi
totalmente disciolto, dando come risultato
una pasta collosa e senza "nervo"
ed un'acqua che, al termine della cottura
risulterà torbida e imbiancata. Al
contrario una buona pasta sarà quella
in cui il glutine, trasformandosi, è
riuscito ad impedire all'amido di assorbire
acqua a piacere, proteggendo la sostanza
interna e quindi non soltanto il sapore
stesso della pasta, ma anche la sua naturale
consistenza.
LA
DIETA MEDITERRANEA
Nulla di più deleterio delle diete
alla moda. Ma ben venga la'dieta mediterranea'
se ciò significa una rivalutazione
di un sistema di alimentazione basato esclusivamente
sui prodotti del bacino mediterraneo, in
particolare dell'agricoltura mediterranea,
di tutti i suoi derivati e in prima linea
della nostra pastasciutta.
Lo 'slogan' messo a punto dalla Commissione
del Senato Americano (Dietary Goals)
Sintetizza anni di studi e di ricerche condotti
dal Prof. Angel Keys, maggior studioso mondiale
di problemi di nutrizione, dopo che durante
un suo soggiorno nel Golfo di Policastro
aveva constatato nella popolazione contadina
locale una minor incidenza di malattie gastro-intestinali
e soprattutto di casi di arteriosclerosi,
rispetto ai propri connazionali americani.
Le ricerche allora furono indirizzate ad
esaminare attentamente ciò che questi
contadini mangiavano: pasta, pane, frutta,
verdura, tanti legumi e buon olio d'oliva,
poco pesce e pochissima carne.
Ma questo tipo di alimentazione era sinonimo
di povertà, in poche parole, il contadino
non mangiava carne non perché non
la gradisse o per problemi dietetici, ma
semplicemente perché non poteva comprarsela.
L'Italia industriale intanto assisteva al
boom economico degli anni '60, quando possedere
un'automobile o un televisore cominciava
ad essere interpretato come 'status symbol'e
quando ogni bambino per diventare
un uomo forte doveva mangiare una bella
bistecca almeno una volta al giorno! Vent'anni
di esperimenti condotti su giovani volontari,
permisero a Keys di confermare le proprie
teorie e di lanciare al mondo un avvertimento:
se volete vivere più sani e più
a lungo nutritevi come si sono sempre nutriti
i contadini dell'Italia meridionale (da:
A.Keys "Mangiar bene e star bene").
Ciò che Keys mise a punto, dopo lunghi
anni di studi, non è un sistema per
dimagrire (come molti si ostinano a credere),
non è una dieta alla moda, ma un
consiglio e una regola di vita: perché
non mangiare ciò che la nostra terra
produce? Se da sempre la pasta rientra nell'alimentazione
dell'uomo, non è forse da considerarsi
il cibo più importante? Ancora più
del pane, perché al contrario di
questo, essa può costituire un piatto
unico, equilibrato ed esaurire buona parte
delle esigenze nutrizionali dell'organismo
umano.
Offuscato il consumo dal dilagante boom
americano del fast food, dell'hamburger
con patatine e del famigerato panino che
ha tentato di sostituire, con rapidi spuntini
asettici, la paciosa religiosità
della familiare pastasciutta meridiana,
oggi sono gli stessi americani che rivalutano
la pasta, la quale sta ora vivendo il suo
momento di gloria. Keys e la dieta mediterranea
ci dicono: mangiate la pasta condita con
i frutti mediterranei: olio, pomodoro, verdure
e vivrete sani e a lungo.
(Tutte
le informazioni sono tratte da: La Cucina
italiana "La pasta")
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